I miei preferiti del periodo (febbraio 2017).
Marzo è iniziato da poco, la primavera è sempre più vicina e, per portare una ventata di freschezza sul mio blog, ho pensato di mostrarvi i miei preferiti del periodo…
Le scarpe delle meraviglie firmate Zara.
Quando le ho viste la prima volta in negozio, è stato un vero colpo di fulmine. Me le sono subito immaginate ai piedi abbinate ad un abitino bianco romantico, ma anche a jeans e crop-top. Le ho provate subito in negozio ma ho preferito acquistarle sullo shop online di Zara. Ecco perché…
- Le scarpe nei negozi di Zara hanno sempre dei difetti, dovuti alla gente incivile che se le prova e poi le butta ovunque… In questo caso, le scarpe del mio numero avevano alcuni graffi e dei fiori mancanti. Acquistando online, le scarpe mi sono arrivate integre, sane e super nuove.
- Quando acquisti un paio di scarpe in negozio non ti danno la scatola, mentre se le acquisti dal sito ti arrivano con la scatola. Sembra una motivazione stupida, ma per me che non ho una scarpiera molto grande, la scatola è importante.
- Non avevo mai acquistato dall’app di Zara, ed ero curiosa di provarla. Devo dire che mi ci sono trovata molto bene (ho persino pagato con la carta tramite la funzione NFC). Ho acquistato le scarpe il 22 febbraio e mi sono arrivate il 28, dopo 4 giorni lavorativi.
Zainetto tracolla rosso Bershka, burrocacao Biancamore, orologio Swatch rosso
Tante coccole: burrocacao Biancamore e accessori rossi.
Tra i miei preferiti del periodo, ci sono anche alcuni accessori rossi: il mio orologio Swatch e il mini zainetto di Bershka trovato ai saldi. Vedrete presto un outfit in cui li indosso.
Ultimamente ho spesso le labbra screpolate, per fortuna ho i miei burrocacao Biancamore con olio di oliva e melograno. A proposito di Biancamore, conoscete questo nuovo brand? Si tratta di una linea di prodotti per la cura del corpo, interamente a base di latte di bufala. Questi burrocacao sono una vera e propria coccola nutriente per le mie labbra!
L’arte di essere fragili di Alessandro D’Avenia
L’arte di essere fragili, una lettura tra mille ricordi.
Ultimo, ma non per importanza, la mia lettura del periodo: “L’arte di essere fragili” di Alessandro D’Avenia. Ovvero una diversa chiave di lettura per interpretare Leopardi. L’autore mi ricorda molto il mio professore di letteratura italiana del liceo: un tipo giovane, innamorato del suo lavoro e capace di emozionare con le parole.
A scuola ero spesso distratta e con la testa fra le nuvole, ma alle sue spiegazioni prestavo molta attenzione: non solo perché amo la letteratura in generale, ma soprattutto perché lui sapeva mostrarti sempre una chiave di lettura differente da quella scritta sui libri di scuola.
Secondo lui l’espressione “pessimismo leopardiano” era un grosso fraintendimento: Leopardi non era quel tizio depresso e noioso che tutti credono. Era un uomo così fragile e forte allo stesso tempo, un uomo spesso smarrito ma anche consapevole, in altre parole: era semplicemente un uomo. Il mio professore diceva sempre che si può imparare molto della vita leggendo Leopardi da un altro punto di vista. Ed è per questo che mi ha incuriosito molto questo libro, qualcuno di voi l’ha già letto?